Le uve utilizzate dalla nostra Cantina Sociale provengono tutte dal territorio della Valle D'itria, posta in una posizione felice nella parte mediterranea dell'istmo, tra l'Adriatico e lo Jonio, dove le Murge vanno degradando dolcemente verso la piana salentina.
Qui tra Cisternino, Locorotondo e Martina Franca vi è un ambiente geografico unico al mondo: la Valle D'itria una depressione carsica fino a due secoli fa coperta da estese e fitte foreste che i contadini, con una parziale opera di disboscamento hanno recuperato vaste aree di terreno da destinare all'impianto dei vigneti.
Il Primitivo è un vitigno rosso italiano dal quale si crea un vino moderno ma di origini antichissime. La provenienza del nome è probabilmente dovuta al suo precoce ciclo biologico (sia di fioritura che di maturazione), ed in Puglia la vendemmia avviene solitamente nei primi dieci giorni di settembre. Caratterizzato da un colore violaceo e da un sapore corposo e gradevole, il Primitivo è decisamente apprezzato grazie anche all'intensa carica antocianica; la sua gradazione robusta e la sua dolcezza naturale contribuiscono a fare del Primitivo un ottimo vino da meditazione ma anche da accompagnamento per piatti di carattere, grigliate o dolci di pasta di mandorle.
Vitigno a bacca nera di origini incerte, forse introdotto dai greci nella zona Ionica. Il suo nome deriva dal termine dialettale "niuru maru", per il caratteristico colore nero dell'acino e il sapore ticamente amarognolo del vino che se ne ricava. E' molto diffuso in Puglia, in particolare nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto. E' anche detto negroamaro, ma ha molti altri sinonimi fra cui nicra amaro,abruzzese, uva cane, arbese, albese, nero leccese, jonico, mangiaverde. E' la sesta uva a bacca nera coltivata in Italia, con circa 32.000 ha.
E' un vitigno antichissimo, probabilmente nato dall'intraprendenza dei greci e da essi stessi introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C.. L'incertezza avvolge le origini del nome, il quale potrebbero derivare dall'antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Lucania. Perfino Orazio cantò le qualità di questo vino e pare che sotto il dominio romano fosse indicato come medicamento per tagli e ferite. Il colore dell'Aglianico è rosso rubino tendente al granato, ma con l'invecchiamento può acquisire riflessi aranciati. Il suo profumo ha elementi di viola e di confettura di marasche, mentre il suo sapore è secco, quasi asciutto, sapido ed equilibrato.
Il Merlot è un vitigno a bacca nera proveniente della zona di Bordeaux, dove viene utilizzato per la realizzazione di alcuni dei più importanti ed apprezzati vini del mondo. Noto sin dal XVIII secolo, prende il nome da una storia particolare, ovvero dalla predilezione che ha il merlo per le sue bacche, ma la sue prima descrizione dettagliata è del 1854. Il suo colore è rosso rubino (ma con l'invecchiamento tende al granato), mentre il profumo è fruttato, intenso e un po' erbaceo. Il sapore è invece asciutto o talvolta corposo, sapido, di corpo giustamente tannico ed equilibrato.
Vitigno originario della Francia (e particolarmente del bordolese), il Cabernet-sauvignon arriva in Italia nei i primi anni dell'ottocento e si impone fra le varietà più rinomata al mondo. Grazie all'importante struttura di questo vitigno, alle lunghe macerazioni ed all'affinamento in legno di rovere francese, il Cabernet-sauvignon è usato per la produzione di vini di ottima qualità e longevità. Il suo colore è intenso, ricco di tannini e sostanze aromatiche, ma è proprio grazie al lungo invecchiamento che riesce ad esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante.
Le origini di questo vitigno risalgono ai Romani, tra i quali era apprezzato per le sue particolari caratteristiche. Il Minutolo, differisce dal Fiano della Campania in quanto ha un acino più tondo e con note maggiormente aromatiche. Vitigno a bacca bianca, autoctono Pugliese, poco produttivo e con caratteristiche aromatiche accentuate. Se ne ottengono vini di colore giallo paglierino piuttosto strutturati, di sapore asciutto e fresco con alto tenore alcolico e grande corredo aromatico.
Sull'origine della Verdeca si sa poco o nulla. L'unica certezza riguarda la zona di coltivazione che si estende su diverse aree della Puglia da molto tempo. Si tratta del vitigno a bacca bianca più popolare dell'intera regione. Come la stragrande maggioranza dei vitigni, anche la Verdeca con ogni probabilità, risulta essere un vitigno proveniente dalla vicina Grecia. Deve il suo nome alla colorazione del grappolo, quel verdastro che si distingue, successivamente, anche nel colore del suo vino.
Trapiantato in Italia in tempi non bene precisati, per lungo tempo è stato confuso con il Pinot bianco; solo dal 1978 è stato iscritto al Catalogo Nazionale delle Varietà da vino. Da esami molecolari, è stato accertato che rappresenta un incrocio spontaneo, avvenuto in epoca carolingia, tra Pinot Nero e Gouais Blanc. Considerato vitigno internazionale, è coltivato in tutto il mondo, tuttavia predilige terreni argilloso-calcarei, ventilati e freschi. se ne ricava un vino fresco, alcolico ed elegante. Dal sapore fine dà ottimi risultati come vino fermo.